Adolescenti: questa razza senza nome!
Un ragazzo mi ha posto questa domanda:
“Perché non vi è un supporto per la salute psicologica degli adolescenti?”
Domanda veloce, secca, semplice ma dalle radici profonde e ben più complesse.
Una domanda interessante e profondamente angosciante!
Caro ragazzo, hai ragione!
Non vi è ancora la sensibilità per comprendere che un adolescente ha bisogno di attenzione, di accoglienza, di comprensione, di contenimento, di riflessione, di appoggio.
Non vi è ancora la pazienza per capire che si tratta di una fase bizzarra, strana, turbolenta, problematica ma… assolutamente fisiologica!
È una fase, come lo è l’infanzia, l’età adulta, la vecchiaia… eppure il mondo degli adulti la ignora, la sottovaluta, la ridicolizza e, molte volte, la beffeggia con commenti negativi, dispregiativi e crudeli che lasciano il “segno”.
Gli adolescenti vengono infatti spesso considerati viziati, capricciosi, “bamboccioni”, stupidi, maleducati, immaturi, ma poco si riflette su quanto questa fase vitale sia difficile, ingarbugliata, complicata e complessa.
Un adolescente non è più né fisicamente né mentalmente un bambino, ma non è nemmeno un adulto e non ha la maturità mentale e fisica di un adulto. Questo stato puo’ creare nel ragazzo difficoltà, disagio, senso di incompletezza, sensazione di impotenza e spesso la percezione di un’incomprensione da parte del mondo degli adulti. E queste sensazioni creano, a loro volta, ulteriori meccanismi a catena nel ragazzo e nelle sue relazioni col mondo esterno.
La mancanza di sensibilità sociale si rispecchia anche nella mancanza di sensibilità da parte dello Stato, che non offre un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia gratuito a tutti i ragazzi di fascia 11/20.
Per fortuna, alcune scuole attivano i cosiddetti “sportelli psicologici d’ascolto” che però, purtroppo, sono sovente gestiti da insegnanti o da professionisti alle prime armi, viste le retribuzioni bassissime che vengono offerte. Ma scherziamo? Come può uno studente richiedere un aiuto psicologico al proprio insegnante e, per di più, carente di formazione psicologica? Come può una scuola permettere questo? Come può lo Stato permettere questo?
E allora l’adolescente va all’AUSL? Va al servizio di neuropsichiatra infantile? Non può! Vi sono liste di attesa interminabili, mancano gli psicologi e il problema “non è cosi’ grave” da assicurarne una presa in carico.
Unica soluzione resta intraprendere un percorso di sostegno psicologico privato. Ma tutte le famiglie hanno le possibilità economiche per farlo? E tutte le famiglie capiscono e accettano questa scelta?
Non vi è ancora la giusta sensibilità per capire la portata e gli effetti a lungo termine di un percorso psicologico per tutti i preadolescenti e gli adolescenti. Non vi è la normalità di pensare che un percorso psicologico è importante a questa età. Non vi è sufficiente attenzione a questi ragazzi, che in tutti i modi cercano di “urlare” al mondo degli adulti il loro disagio.
Poi ci lamentiamo che gli adulti sono strani patologici, frustrati, perennemente arrabbiati col mondo o che la gente sembra impazzita! Se agissimo prima, questo non succederebbe!
Dott.ssa Marianna Vallone
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