Famiglia

La separazione in famiglia: risvolti per grandi e piccoli

Premessa

Sia i bambini sia gli adulti coinvolti nella separazione attraversano fasi di stress paragonabili a quelle del dolore per la morte di qualche caro.
In particolare, la separazione si articola in varie fasi (Bowlby 1979, Oliverio Ferraris 1997).

Analizziamo cosa succede negli adulti (genitori)

1- Fase di negazione (rifiuto): il coniuge che viene lasciato rifiuta la realtà dei fatti e cerca in tutti i modi di recuperare la relazione interrotta.

Spesso usa i figli come tramite tra lui e il partner, inviando messaggi di riappacificazione e di implorazione a tornare insieme.

Le emozioni prevalenti sono l’angoscia e la collera. L’odio rimane il sentimento che lega i due partner, spesso con la stessa forza con cui li aveva uniti l’amore.

2- Fase della resistenza (rabbia): gradualmente il coniuge acquisisce consapevolezza della fine del proprio rapporto coniugale.

La rabbia per l’abbandono subito può essere riversata sul partner oppure trattenuta dentro di sé.

Scontri e conflitti si inaspriscono per il rifiuto di concedere la separazione al partner.

Ricatti, accuse, inganni, sembrano essere l’unico modo per mantenere un rapporto con il coniuge.

3- Fase della depressione: in questa fase l’individuo prende atto dell’irreversibilità della situazione.

Questo comporta un periodo di dolore, di scoraggiamento e di forte delusione.

4- Fase dell’accettazione: gradualmente il lutto viene elaborato e i sentimenti dolorosi legati all’abbandono si affievoliscono.

E’ ora possibile guardare verso il futuro ed elaborare un progetto di vita separato da quello del partner.

Analizziamo cosa succede nei bambini (figli)

Sottolineiamo che le modalità con cui i bambini esprimono lo stress dipendono dalla loro età e dalle caratteristiche individuali.

Le fasi per il bambino sono:

1. Rifiuto

Alcuni bambini non riescono ad accettare l’idea della separazione, il loro tentativo per evitare che se ne parli può essere ad esempio quello di isolarsi o di fare finta che non stia succedendo niente.

2. Rabbia

Quando i bambini si rendono conto che la separazione è inevitabile, possono manifestare rabbia verso uno o entrambi i genitori, verso i coetanei o i compagni di scuola.

Un bambino piccolo può fare molti più capricci rispetto a prima.

Il bambino può esprimere la sua rabbia anche fuori casa, per questo motivo è importante che a scuola gli insegnanti siano a conoscenza della separazione. Così facendo gli insegnanti avranno la possibilità di dare maggiore aiuto al bambino e di essere più comprensivi per il suo comportamento.

Non è raro che il rendimento scolastico peggiori in questo periodo per la preoccupazione che il bambino prova riguardo alla sua situazione familiare.

3. Negoziazione
Alcuni bambini pensano di poter fare qualcosa per evitare che i genitori si separino.

In questo caso è importante rassicurare il bambino, dicendogli che niente di ciò che ha fatto o non ha fatto ha avuto un peso sulla decisione dei genitori e che non può fare niente perché mamma e papà tornino insieme.

4.Depressione
Quando il bambino ha piena consapevolezza di quello che sta accadendo, della sua inevitabilità e del fatto che la separazione è definitiva, il bambino può manifestare modalita’ simil-depressive e piangere molto facilmente.

5. Accettazione
Per quasi tutti i bambini arriva il momento in cui la separazione dei genitori viene accettata.

Fondamentale è garantire le condizioni che favoriscono il raggiungimento di questo risultato.

Analizziamo ora alcune manifestazioni presenti nei bambini

I bambini piccoli spesso non riescono a capire completamente ciò che sta accadendo in famiglia, tuttavia inevitabilmente possono presentare tipiche reazioni in risposta allo stress del genitore con cui vivono e all’improvvisa assenza dell’altro genitore.

  • Alcuni vogliono stare appiccicati al genitore, essere tenuti in braccio e coccolati a lungo o voler dormire nel lettone.
  • Possono ricomparire alcuni comportamenti tipici di una fase precedente, come ad esempio succhiarsi il pollice o parlare come un bambino più piccolo.
  • Può capitare che si mettano a fare molti capricci quando devono separarsi dal genitore, anche in occasioni che prima non creavano problemi, come andare all’asilo o alzarsi dal letto.
  • I bambini più grandi possono, allo stesso modo, mostrare comportamenti particolari legati al sonno come, per esempio, fare la pipì a letto, avere incubi o rifiutarsi di voler andare a dormire.
  • Alcuni bambini assumono un atteggiamento da bambini più grandi, perché sentono di doversi prendere cura del genitore che è stato lasciato solo.
  • In alcuni casi, i bambini possono esprimere la loro rabbia rifiutandosi di collaborare con gli altri o comportandosi in modo aggressivo. A volte i bambini più grandi possono arrivare a minacciare di scappare di casa.

Suggerimento per i genitori separati

Al bambino può essere utile sapere che non è l’unico bambino che sta crescendo con un solo genitore, che è successo anche a molti altri bambini e che tutto è andato bene.

Bisogna rassicurare il bambino, parlargli dei vantaggi della separazione (per esempio avere due case in cui vivere), raccontargli di esperienze belle da fare in futuro tutti insieme.

Bisogna aiutarlo a capire e ad accettare che si può vivere bene anche se i genitori vivono in due case diverse, e che non è colpa sua se uno dei due genitori non vive più con loro.

E’ importante incoraggiare il bambino a manifestare le sue emozioni ed è altrettanto importante dedicare tempo ad ascoltarlo.

La maggior parte dei figli di genitori separati crede che i genitori non stiano più insieme per causa sua, perchè è stato monello e/o capriccioso, perchè è brutto o perchè li ha fatti arrabbiare.

Aiutateli ad elaborare il fantasma del senso di colpa!

PONETE ATTENZIONE A CIò CHE IL BAMBINO VI DICE E SOPRATTUTTO A CIò CHE IL BAMBINO “PROVA”.

Nei casi più difficili da gestire, rivolgetevi ad uno psicologo.

Film da vedere a tema separazione


1) La guerra dei Roses di Danny DeVito (1989)
2) Genitori e figli: agitare bene prima dell’uso di Giovanni Veronesi (2010).

 

Dott.ssa Marianna Vallone (psicologa e psicoterapeuta)

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