La famiglia cambia oppure resta stabile nel tempo?
Partiamo rispondendo subito alla domanda iniziale, dicendo che: ogni famiglia, in coincidenza con ogni passaggio di fase del ciclo vitale, DEVE necessariamente modificare la propria organizzazione!
Ma che cos’e’ una “fase” del ciclo vitale?
Una fase e’ cio’ che noi terapeuti della famiglia, in termini tecnici, chiamiamo “stadio”.
Ogni sistema familiare, nel corso del suo ciclo di vita, attraversa una serie di stadi.
Ogni stadio, per permettere la “sopravvivenza” del sistema, richiede sia cambiamenti di ruolo intrafamiliari, sia una riorganizzazione del sistema.
Perche’ e’ necessario questo cambiamento?
Questo cambiamento e’ necessario perché le precedenti modalità di funzionamento non risultano più adeguate alle nuove condizioni della nuova fase vitale.
Ogni fase del ciclo vitale, infatti, richiede specifici e nuovi impegni, che chiameremo “compiti di sviluppo”.
Quali sono, allora, le tappe del ciclo vitale?
Ogni fase del ciclo vitale coinvolge contemporaneamente tre generazioni ed ha tre tempi, quello individuale, quello familiare e quello sociale.
Nella tradizionale famiglia occidentale moderna, gli stadi fondamentali sono cinque, ed ogni stadio richiede il superamento di uno specifico “evento critico”:
- Stadio della “formazione della coppia” (evento critico: matrimonio o convivenza)
- Stadio della “famiglia con bambini” (evento critico: la nascita dei figli)
- Stadi della “famiglia con adolescenti” (evento critico: l’adolescenza dei figli)
- Stadio della “famiglia trampolino di lancio” (evento critico: i figli che escono di casa)
- Stadio della “famiglia nell’età anziana” (eventi critici: il pensionamento, la malattia)
In aggiunta, qualora vi fosse un evento paranormativo, quale una separazione o un divorzio, la famiglia attraverserebbe un ulteriore stadio, quello della “famiglia che si rompe” (evento critico: la separazione o il divorzio).
Analizziamo ora, nel dettaglio, ciascuna fase vitale.
La formazione della coppia
Il compito evolutivo in questa fase e’ costituire un’identità di coppia, attraverso la definizione dei confini del nuovo sistema coniugale e la ridefinizione delle relazioni con le famiglie d’origine.
L’evento critico è il matrimonio o la convivenza.
La famiglia con bambini
La famiglia neo-formata diviene un sistema permanente.
Il compito evolutivo in questa fase e’ la ristrutturazione dei confini familiari: secondo Salvador Minuchin, psicoterapeuta strutturale familiare argentino, in questa fase e’ necessario tracciare un confine che permetta al bambino da un lato di interagire con tutti e due i genitori, e dall’altro di essere escluso dal funzionamento specifico della coppia. (Minuchin, 1974).
Accettare il figlio nel sistema di coppia è il compito più difficile: solo quando ciascun membro della coppia avra’ raggiunto un buon grado di differenziazione del sé e avra’ stabilito con il suo partner una relazione fondata sulla intimità e non sulla fusione, allora entrambi, insieme, saranno in grado di prendersi cura del bambino.
La famiglia con adolescenti
Compito evolutivo e’ aumentare la flessibilità familiare per gestire le uscite dei membri, ed in particolare per permettere il progressivo svincolo dei figli.
I genitori devono riuscire a gestire i conflitti in modo flessibile (conflitto costruttivo), per permettere ai figli di sperimentare livelli crescenti di indipendenza, potendo tuttavia tornare nel gruppo familiare in una condizione di dipendenza, qualora ne avvertissero la necessità.
Famiglia trampolino di lancio
E’ la fase contraddistinta dallo svincolo e dall’allontanamento dei figli.
Secondo la Scabini, psicologa sociale, è possibile distinguere in questa fase tre momenti differenti:
– fase preparatoria, lunga e complessa;
– fase dell’uscita dei figli, la più drammatica;
– fase della riorganizzazione del sistema.
La famiglia, in questa fase, necessita di un ulteriore aumento della flessibilità familiare, sia per poter far fronte all’uscita dei figli e all’entrata dei generi, delle nuore e dei nipoti, sia per permettere una rinegoziazione e un reinvestimento, da parte dei genitori, nel rapporto di coppia.
L’incapacità dei genitori di riorganizzare i rapporti all’interno della coppia e di accettare l’uscita dei figli può portarli a sperimentare la cosiddetta “sindrome del nido vuoto“.
La famiglia nell’eta’ anziana
Questa fase e’ caratterizzata da eventi critici quali il pensionamento, la malattia o la morte dei coniugi.
Implica un reinvestimento profondo dei genitori nella coppia e un riavvicinamento dei figli alla famiglia di origine per fornire cure e supporto emotivo.
In questa fase, i figli adulti vengono ad assumere un comportamento protettivo verso i genitori anziani; il prendersi cura dei genitori anziani può costituire, per i figli adulti, un modo di restituire l’affetto e le cure ricevute nell’infanzia, e puo’ permettere di saldare il debito invisibile di lealtà contratto con i genitori.
Che cosa succede quando il ciclo vitale si blocca?
In ogni stadio, puo’ avvenire un passaggio incompleto oppure un blocco vero e proprio.
In psicoterapia familiare, si parla di “blocco” se, nel corso di una determinata fase, non avvengono le ridefinizioni delle relazioni interpersonali e la riorganizzazione del sistema, tipici della nuova fase.
Si parla, invece, di “passaggio incompleto” se il passaggio alla fase successiva è solo apparente, in quanto, nei fatti, non sono realmente cambiate le relazioni interpersonali e le modalità di funzionamento del sistema familiare.
Cio’ che succede durante un blocco e’ che uno o più componenti del sistema diventano “sintomatici”. In questo caso il sintomo rappresenta una spia dell’esistenza di difficoltà nel superare una tappa del ciclo vitale.
ATTENZIONE!
Non è l’assenza dei problemi che distingue una famiglia sana da una patologica, ma la sua capacità di affrontare e adattarsi a situazioni nuove che richiedono modelli alternativi di funzionamento.
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A presto!
Dott.ssa Marianna Vallone.